Le vigne

Agricoltura biologica

Dopo un grande lavoro di valorizzazione del territorio con ripristino dei terrazzamenti e la messa in sicurezza degli storici muri a secco, è stato ricostruito il vigneto che per secoli qui veniva coltivato. È stato scelto un vitigno autoctono, coltivato a Bergamo, espressione del territorio e quindi di valori e di tradizioni antiche e apprezzate proprio in virtù della loro tipicità ed in grado di offrire la possibilità di ottenere grandi prodotti da un punto di vista enologico.

Pratichiamo un’ enologia leggera, dove l’uomo sovraintende ma interviene il meno possibile:

  • in campo sui cicli vitali;
  • in cantina nei processi di vinificazione.
Una viticultura e un’ enologia meno “invasiva” e più rispettosa di natura e tradizioni, come il recupero di vitigni autoctoni in via di estinzione.
I vigneti sono biologici certificati, l’energia per il riscaldamento dell’acqua è autoprodotto.

I vigneti sono interamente coltivati a guyot basso e ravvicinato, con densità di 6.000 ceppi per ettaro, quindi con rese estremamente basse ma di qualità maggiore. I grandi vini nascono nella vigna ed è per questo che viene data molta attenzione al raggiungimento dell’ equilibrio tra parte vegetativa e parte produttiva della vite con apposite pratiche quali potature, cimature, defogliamenti, diradamento dei grappoli, spuntature, ecc.

Per permettere agli acini di evolvere nel migliore dei modi accumulando le giuste quantità di zuccheri, polifenoli e sostanze aromatiche, verso luglio, nel periodo dell’invaiatura, cioè quando gli acini cominciano a cambiare colore, viene regolarmente praticato il diradamento dei grappoli ossia l’eliminazione di molti di essi. Questo “sacrificio” se da un lato riduce drasticamente la quantità di uva prodotta (1,5 Kg al massimo di uva per ceppo), dall’altro permette di ottenere una materia prima di eccelsa qualità.

Ci vuole molto coraggio a realizzare questa pratica soprattutto quando si fanno i conti immediati sulla quantità di prodotto distrutto che può raggiungere e anche superare il 50% ai quali bisogna aggiungere il costo dell’operazione.

Ma c’è di più. Oltre al diradamento dei grappoli viene anche effettuata la spuntatura ossia l’eliminazione in alcuni grappoli della parte terminale, quella più lontana dal peduncolo che matura con maggiore difficoltà.

La vendemmia viene effettuata rigorosamente a mano e nell’arco di più giorni in modo da prelevare i grappoli solo al giusto punto di maturazione.
Queste pratiche sono per ragioni economiche poco diffuse ma determinano quel tocco finale che fa la differenza.

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